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Thursday 8 May 2014

JO

La professoressa di catalano mercoledì mattina ci ha spiegato la costruzione verbale al passato. Per aiutarci meglio e per farci parlare un po', ha scritto una tabella sulla lavagna e noi avremmo dovuto compilarla scrivendo le date più importandi della nostra vita, il motivo e la o le persone, ad esclusione dei genitori e dei familiari stretti, che più hanno influenzato le nostre vite.
Bell'esercizio, soprattutto per conoscere meglio anche le mie compagne di classe.
La maggior parte di loro ha parlato dei loro mariti, dei loro figli, dell'inizio di un lavoro importante, di un professore che le ha spronate a cambiare vita o a tentare un salto nel buio.
Quando è arrivato il mio turno ho avuto un attimo di buio e vuoto.
Alla domanda "quina persona va marcà la teva vida?" non avevo idea di cosa rispondere.

Ho riflettuto un po', escludendo i miei genitori, e mi sono chiesta c'è stato qualcuno  che mi abbia influenzato, qualcuno così prepotentemente importante da riuscire a farmi cambiare rotta e vita.

Al richiamo di "venga, Helena, vamos!!" mi sono scrollata e ho risposto con un forte "JO!"

Io ho cambiato la mia vita.

Io non sono mai stata influenzata da nessuno nelle mie scelte, tutto quello che ho fatto l'ho voluto.
Certo, mentirei se non dicessi che quello che mi circondava alle volte mi dava la nausea, e che spesso è stato un insieme di cose nell'ambiente intorno a me a spingermi a voltare pagina più e più volte, ma all'atto pratico non è mai stato nessuno in grado di avere tanto potere.

E questo è un bene.

Le date più importanti che ho inserito sono state quelle relative ai cambiamenti grossi, quelli creati e desiderati da me: il primo lavoro, i miei soggiorni lontana da casa, la mia laurea.
Certo, è ovvio che non ci siano altri tipi di date, dal momento in cui non sono sposata e non ho figli, ma quello che mi ha colpito è che, riflettendoci, ho concentrato tutte le forze solo su di me.
Io sono stata l'artefice del mio destino, volente o nolente.
Io ho scelto un percorso di studi meraviglioso, ma a quanto pare evidentemente insulso ed inutile, io ho scelto di viaggiare, di allontanarmi dagli affetti a me cari e di sentire la mancanza, l'assenza.
La mia assenza nei loro momenti importanti, nei loro giorni difficili; la mia assenza l'ho sentita quando ci sarebbe stato da condividere qualcosa di buono e qualcosa di brutto.

Ho concentraro me stessa su... me stessa.
Ho fatto leva sui miei punti di forza, plasmandomi come meglio ho creduto fosse per me, nonostante avessi e abbia tutt'ora idee diverse dalla norma sul vivere comune.

Non c'è mai stato nessuno che sia riusciuto a influenzarmi, nè un professore che mi abbia "spinta" o aiutata spronandomi, anzi, erano quasi tutti dell'idea che fossi una lavativa.
E forse avevano anche ragione, perchè in apparenza ero una strafottente assurda che ha iniziato a studiare seriamente a 16 anni, quando si è resa conto che la filosofia e la letteratura erano materie splendide.

Non ho riposto le mie speranze in un rapporto, mai. 
Ci ho messo amore, cura, rispetto, ci ho investito ma non è mai stato un rapporto solo al centro del mio universo.
Nè tantomeno ho sperato e creduto di costruire su qualcosa. 
Non perchè sia un'individualista, ma perchè ho sempre pensato di poter costruire cose meravigliose attorno a un rapporto.
Non ho mai desiderato vedermi alle dipendenze di un uomo o di una storia, non ho mai sognato le tipiche "cose da femmine", ma ho sempre pensato che queste avrei potuto raggiungerle un giorno nello stesso momento in cui avrei potuto raggiungere altri obiettivi.
Sono fermamente convinta che al mio fianco voglio l'uomo della mia vita, il mio amore grandissimo, ma sono altrettanto convinta che ogni mia scelta, ogni mia strada intrapresa non sarà influenzata da lui. Così come nessun altro c'è mai riuscito.

L'indipendenza e la libertà possono coesistere perfettamente nella mia vita in un rapporto basato sul rispetto, il dialogo e l'amore.

Nessun compromesso, nessuna catena e "JO" continuo ad essere l'artefice di tutto.











Thursday 20 March 2014

Liste e viaggi di convivenza

Pensiamo a una coppia di fidanzati che scelgono di sposarsi.
Scelgono la data e inviano le partecipazioni al matrimonio, organizzano la festa con una cena immensa, musica e divertimento.
Gli invitati, dal canto loro, risponderanno con un po' di quattrini che spenderanno felicemente.
Si comincia con il regalo, che potrà arrivare direttamente dal cuore o dalla lista di nozze; per poi finire a spendere altri soldi per comprarsi l'abito, le scarpe e per farsi i capelli (gli uomini sono più fortunati. Soprattutto perchè molti di loro sono calvi).
Il tutto si traduce con un termine semplice e inequivocabile: convenzione sociale.
Ti invito al matrimonio, ti offro un pranzo da re e tu contraccambi con un regalo.
-suvvia, non dite che sono cinica, in fin dei conti è così che stanno le cose, guardiamo in faccia la realtà per una volta e proviamo ad essere imparziali-

Il punto è che per convenzione sociale spendiamo tranquillamente i nostri denari per un bel regalo di nozze ad amici e o parenti. E lo facciamo anche felicemente, perchè un evento bello, una festa che resterà nei ricordi di tutti ed è sempre un piacere celebrare l'unione tra due persone a cui vogliamo bene.
Ma... per gli amici e o parenti che non si sposano ma decidono di vivere insieme?
Riflettiamo un attimo: che differenza vedete voi tra le coppie di amici sposate e quelle che convivono? All'atto pratico nessuna sostanziale. In un caso c'è stato uno scambio di promesse davanti a un prete o a un sindaco, con firma di contratto, nell'altro non c'è stato nulla di plateale. 

L'unione è comunque la stessa: sono due persone che si amano e scelgono di passare la vita insieme, contratto o no.
Le differenze, però, non finiscono qui.
Entrambe le coppie comprano casa o ne trovano una in afftitto, comprano mobili, accessori,pezzi di arredamento... no aspetta. Qualcosa non quadra. 
Effettivamente solo la coppia che non si sposa compra ciò che le serve per vivere insieme. 
Pentole, piatti, bicchieri, vassoi, tazze, piante, televisione, stereo, cornici, ecc, è tutto ciò che la coppia sposata mette nella lista nozze o si vede arrivare come regalo nei due mesi antecedenti al matrimonio.
E, infine, il viaggio.
Se ti sposi non solo hai sconti e aiutini con le compagnie di viaggio, ma spesso accade che la vacanza te la regalano proprio. 

Scegli la destinazione e amici e parenti versano un contributo monetario in agenzia viaggi.
La coppia che non si sposa non ne ha diritto.
E se lo chiede, passa pure da spilorcia.
Sostanzialmente, se vi sposate, avete tutte le ragioni del mondo di chiedere e di farvi regalare il viaggio di nozze, oggetti di arredamento e utili; la società accetta di buon occhio l'aiutare economicamente con regali più o meno costosi le coppie che si sposano.
Perchè?
Ho cercato informazioni su internet, su blog e vari forum per capire cosa ne pensa la gente e mi pare che tutto sia un gran tabù.
Non osare chiedere niente se non ti sposi, non fare alcun tipo di lista nè aspettati regali se vai a convivere perchè non ne hai il diritto. 
E se provi a chiedere gentilmente, passi da accattone.
 

Però, oh, se ti sposi, mettimi pure una wishlist nell'invito già che ci sei.

Allora, mi chiedo, cosa vuole la gente? Una festa? Uno scambio di anelli e un pranzo/cena offerti? Un fotografo? Invitati vestiti bene?
Ok, allora, ragazzi, amici, coppie etero e omo, date alle persone ciò che vogliono e loro in cambio vi faranno dei regali.
Celebrate con le vostre famiglie e i vostri amici la scelta di vivere insieme, condividete la vostra gioia (che non è mai un male,anzi, son sicura che ne verrebbe fuori una serata da ricordare) e organizzate un pranzo spettacolare. 
 Mi rendo conto che non sia usanza celebrare un'unione di fatto che per legge di fatto non è; so bene che nessuno o quasi, si è mai cimentato nell'organizzazione di un non matrimonio. 
Però pensateci:sicuramente vi verrà a costare meno che comprare tutto per la casa.
E potrebbe essere un passo in avanti per portare la società ad accettare l'esistenza di coppie non sposate e vederle esattamente come le altre unite da contratto.

Fate una lista di convivenza, fatevi regalare un viaggio, ne avete tutto il diritto.


Ho scoperto che dal Salvadori a Prato fanno le liste di convivenza, avrei giusto qualche amica/o a cui consigliare di farla e inviarla: 
http://www.salvadori.me/index.php/liste/liste-nozze-online-3-0/lista-convivenza
Se avete bisogno della festa, ci sono io, ve la organizzo gratis :P







Tuesday 11 March 2014

Il coinquilino di merda

Il mio coinquilino è una brava persona, io lo ammetto.
E' un bravo ragazzo che condivide con me alcuni interessi nerd. O meglio, lui è un nerd e io ho respirato per così tanti decenni l'aria "friki", che posso sostenere una conversazione.

Quando c'è una festa nerd mi invita e io lo invito a bere con me e le mie amiche quando usciamo. Faccio volentieri la pizza per tutti e gli ho pure insegnato a cucinare la carbonara.
Abbiamo le nostre serate zombie con The Walking Dead e The Big Bang Theory; mi illumina sulla situazione economico/sociale/indipendentista della Catalugna. Mi parla in catalano e io gli rispondo in spagnolo. E a me il catalano non piace proprio.

Ma nonostante sia amabile, ho instaurato un rapporto di odio/amicizia. A volte mi fa schifo, mi sdegna.
-Odio quando la mattina lascia, TUTTE LE MATTINE, il suo asciugamano bagnato sulla doccia quando sa che la doccia serve a me. Allora io devo prendere il suddetto zozzo pezzo di stoffa, dove probabilmente ci si è asciugato tra palle e culo e, con due dita lo trascino fino al suo letto. "Lasciamelo sul letto, lo tolgo stasera quando torno."

E fu così che l'asciugamano iniziò a puzzare di lettiera sporca, o meglio, di piscio di gatto.
-Odio quando la mattina si alza alla stessa ora, alza l'avvorgibile con fare da Ercole e fa un rumore tale che io non ho più bisogno della sveglia. Odio che vada a farsi la doccia subito dopo e che si vesta in bagno. Si, si veste in bagno, ci si mette anche il giaccone. Davvero.
-Odio la parsimonia e l'estrema precisione che ha nel fare le cose, la cura dei dettagli che dice essere una deformazione professionale, che cozza nettamente con il suo essere sporco.
-Non si rifà il letto da mesi. Anzi, scusate, da che sono qui non ha mai lavato le lenzuola.
-Lui frigge. Frigge patatine e totani almeno tre volte a settimana. La carne la mette sulla piastra.
-La piastra, vorrei usarla, ma non ci cucinerei sopra neanche dopo un'accurata disinfestazione con il napalm. Lui sulla piastra ci cuoce le bistecchine di maiale. Con l'olio e non pulisce. Mai.
Quella piastra piange grasso di maiale.

-Lui non si lava i denti. Proprio no. Dice che mangio poco, come un uccellino e ha capito perchè: mi mangio il dentifricio. Secondo lui ne sono un'affezionata consumatrice perchè ogni mese ne compro un tubetto nuovo. Beh, contando che almeno mi lavo la bocca 3 volte al giorno, si fa presto a finirlo. Lui no. Io sono arrivata il 1°ottobre 2013 e oggi, in data 11 marzo 2014, ancora ha lo stesso tubetto. Si lava i denti solo prima di dormire.
-Per il lavoro, si prepara i "taper", ossia pranzo cucinato la sera prima. Giovedi ci ha infilato una cipolla intera, cruda. Se avete bisogno di rifarvi le meches, ve lo faccio conoscere.
-E' molto attento alla spazzatura e vuole che tutti in casa si segua le regole della raccolta differenziata. Certo, l'altra sera ha trovato la bottigli di birra vuota nel sudicio "normale" e si è incazzato a bestia.
Ok, va bene, c'hai ragione te.

Poi però vive nella merda.
-Odio il fatto che pretenda la raccolta differenziata quando per pulire l'impiantito una volta al mese aziona il robotino aspiratore che non aspira un cazzo ma smuove la polvere. Oggi il salotto pare un ring di lotta tra gatti certosini, data la mole di polvere che c'è.
Eppure stamani ha tirato su tutte le sedie per liberare il campo al suo amico robot nemico degi acari.
-Odio che sia in compartimenti stagni
e poi mi cade sul sudicio: che se gli smuovi una cosa diventa scemo, che quando fai la lavastoviglie devi mettere le forchette con le forchette, i cucchiai con i cucchiai e i coltelli con i coltelli.
-Odio le sue abitudini serali, il solito yogurt alla solita ora con le solite palline di cerali inzuppate dentro.
-Odio i suoi avanzi nel frigo, gli spaghetti (che puoi tirare sul muro per farci dei simpatici buchi) che gli prepara la mamma ogni domenica e che lui riscalda nel microonde  con la maionese e le olive nere.
-Odio qualsiasi cosa si mangia






Wednesday 5 March 2014

M'avessero mai chiesto...

"Sei felice?"
Madreh e la mie amiche Serena, Luana ed Emanuela sono state le uniche ad accorgersi della burrasca.
Forse forse il sentore c'era, ma a quanto pare spaventava troppo per chiedermelo.
E, sì vabbè, spavenatava anche me.
Ogni cambiamento drastico fa paura, ogni volta che scegliamo una strada nuova, sicuramente più difficile di quella che siamo abituati a percorrere è un rischio e se c'è una cosa che ho capito ultimamente, è che alla gente i rischi e i cambiamenti non piacciono.
Neanche se quei rischi sono tuoi, sono cazzi tuoi e blablabla, fa lo stesso: loro ti temeranno comunque.
Avranno paura per te, ma non come potrebbe averne una persona che ti ama, ma tanto quanto può provarne una che in generale teme tutto; avranno paura di vederti a terra chiedere il loro soccorso, avranno il terrore del momento in cui dirai che non hai mai fatto una scelta migliore di questa.
Soprattutto, avranno paura che altri possano seguirti, che sbattendo la testa in qualche spigolo, possa venir loro in mente che la vita la possiamo sempre cambiare.

C'era una volta un amico.
E un'amica. E una coppia di amici, con cui ho/abbiamo condiviso feste, matrimoni, compleanni, battesimi, vacanze. 
Poi sono arrivate le mie scelte e mi sono praticamente tagliata fuori da tutto.

Trasferirsi, lasciare il fidanzato che "ma sei impazzita, ma se ti ama perchè lo lasci' e perchè io non ne sapevo nulla?"
Beh, ad amare siamo in due, quanto al resto... dovrei forse dire "scusa ma non so se amo il mio ragazzo, al momento stiamo insieme poi chissà"? Pretendete spiegazioni per caso?

Cambiare vita, parlare una ligua diversa e conoscere nuovi amici non fa di me una persona cattiva che tronca con il suo mondo, anzi. Tutta questa distanza non fa che rafforzare quanto già di bello avevo prima e non è un caso che mi sia innamorata di una persona che prima del cambiamento c'era già.

ma che ne volete capire, voi, che tanto siete bravi a giudicare, a tagliarmi fuori per il semplice fatto che "eh, vive in Spagna, ormai mica siamo suoi amici, e poi ha lasciato il suo ex e dopo mesi si è messa con quest'altro...."

Senza contare che la LIBERA SCELTA DI NON STARE PIU' CON UN UOMO CHE NON AMO perchè non è giusto, perchè è irrispettoso, perchè è soffocante, perchè è da folli, perchè è una gabbia, perchè è tossico e nocivo, non è egoismo, nè cattiveria.
Nè tantomeno innamorarsi di un'altra persona a distanza di mesi fa di me la strega cattiva alla quale togliamo il saluto.

Scegliere non è mai semplice, soprattutto quando sai che ti stai muovendo nella maniera sbagliata e che stai facendo soffrire qualcuno di importante.
Ve lo siete mai chiesto?
Vi siete mai chiesti come sono stata io nei mesi prima? O come sono stata io dopo? O perchè l'abbia fatto? Avete mai pensato che nell'ultimo anno potrei aver preso le decisioni più difficili della mia vita?
O vi siete limitati a giudicarmi?
Sappiate che 28 anni non sono 82, he la vita è nelle mie mani, che posso sempre cambiarla e renderla migliore per me stessa e per le persone a cui voglio bene.
E mi dispiace se ho fatto del male, se mi sono fatta io stessa del male, i mesi prima di ottobre sono stati difficili, era impossibile non ferirsi.
Ma le ferite che vedete voi sono diverse, di quelle che non mi fanno meritare di essere alle vostre lauree, compleanni, matrimoni. 

E allora... vaffanculo, detto dal cuore.





Thursday 16 January 2014

Lettera aperta di una creativa sfruttata

Di lavori nella vita ne ho fatti tanti e diversi. Ho iniziato nel 2005, al primo anno di università, facendo la segretaria, per poi fare la commessa, la promoter, la pr...sempre per avere un po' di indipendenza ma sempre senza abbandonare il mio sogno.
E di esperienze ne ho fatte a bizzeffe, sempre "per la gloria"
Ora che di esperienza ne ho davvero tanta, potrei surclassare molti di voi, cari "capi", peccato che alla fine del mese non ce lo pago l'affitto con il CV. Che lavoro faccio? 
Io sono una production manager

Tuesday 10 December 2013

I 10 uomini con il mestruo



1.L'antibagno: vai a farti la doccia dicendo "lascio aperto, entra quando vuoi" e ti risponde "mmm naa... è troppo stretto". Ora, non è che dobbiamo fare la maratona del sesso estremo e incastrarci nella doccia, ma almeno due minuti... No. E vabbè, allora dillo che ti ci vogliono i tiranti per renderlo utilizzabile.

2.L'indeciso: "vorrei ma non posso".  L'indeciso è cronicamente seduto su un enorme punto interrogativo, si fissa minuti eterni sugli scaffali della Coop a scegliere tra le linguine e i tagliolini, tra il tonno e lo sgombro, tra lo spazzolino a setole medie e quello a setole morbide.
L'indeciso è colui che non sarà mai in grado di darvi una risposta sensata sull'esistenza e la sostanza del vostro rapporto. Alla parola trombamici vi guarderà sdegnato, come a dre che lui non è quel genere di uomo, ma appena sente dire sentimenti e stare insieme, rabbrividisce e si caga sotto. Alza gli occhi al cielo, pensa, pensa,ripensa e mugula. Mmmmm.... tipo come quando i calciatori fanno le interviste del dopo partita. Praticamente è come parlare con un decerebrato.

3.Il trombamico: figo il sesso senza impegni, vi libera la testa e soprattutto il cuore, ma ricordatevi che è un'arma a doppio, anzi, triplo taglio. Uno dei due si farà del male, uno dei due si sentirà usato e umiliato e scappare dalle relazioni non impegnandosi non vi farà certo sentire più liberi, ma vi darà un immenso senso di vuoto.

4.Il vegano: simpatizzante del collettivo di lettere, adora lasciare messaggi e foto truci di animali morti mentre tu ti stai mangiando una bella fiorentina. O, peggio, quando cadidamente ordini un caffè macchiato al bar. 

5.Il musicista inconcludente: va a braccetto con l'indeciso e quando incontrate un maschio che incarna entrambe le caratteristiche, potete fare solo una cosa. Scappare.
Il musicista inconlcudente vuol creare su di se un'aura da rocker maledetto, cita grandi nomi della storia della musica e ha un gusto in materia che vi rapisce. Avete gli stessi interessi e le stesse passioni, ma lui non ha mai finito un misero corso di chitarra o batteria. Possiede le bacchette ma non le usa. Ha un'ottima voce ma non canta. Si fa crescere i capelli ma non li scuote. Insomma, è uno che semina in un sacco di punti ma non va mai a raccogliere nulla, lasciando marcire piantine che potrebbero diventare bellissime. E questo si riflette anche nelle sue amicizie e sulla sua vita amorosa. Scappate a gambe levate.

 6.Quello che non sa farsi il letto da solo: amore di mamma. Non necessariamente figlio unico, il cucciolo di mammà guarda alle lenzuola con occhio critico e allo stesso tempo con strana curiosità. Soprattutto quando si tratta di piegare la parte di sotto, quella con gli elastici. 
Quando si dice "togliersi un dito dal culo".

7.Quello che non sa cucinare: non ci interessa la nouvelle cuisine, nè la pizza fatta in casa o i manicaretti della nonna, ci basta che sappiate farvi un "ovino affrittellato" o un misero piattino di pasta. Fratello di quello di sopra, l'uomo che non sa cucinare, è generalmente figlio amoroso coccoloso puccipucci di mamma, vi scontrerete sempre con questa entità suprema e lui non imparerà mai a farsi da mangiare finchè ci sarà lei. 
O voi, ma in questo caso non preoccupatevi, la mamma è sempre la mamma.

8.Il filosofo nichilista: "a volte mi chiedo.... che cos'è la vita?dove siamo?chi siamo? dove andiamo?Perchè amiamo, perchè dobbiamo amare?" Il filosofo nichilista si interroga sulle grandi domande della vita e dell'esistenza con una nota non troppo celata di autodistruzione e una sana dose di un nichilismo degno del secolo scorso. Si interrogherà anche sulla vostra esistenza, ponendovi di fronte a domande che lì per lì vi sembreranno anche profonde e sensate, ma ripensandoci vi chiederete se quando ve le ha fatte non era sotto effetto di acido o erba.Un po' misantropo e asociale,vi chiederà perchè siete al mondo e perchè siete nel suo mondo, che volete da lui, lasciatelo stare che in questo momento non trova uno scopo per vivere, figuramoci un posto per voi sulla sua mensolina. 
Scappate alla prima domanda sullo scopo della vita e ricordatevi che quando il nichilismo si impossessa di lui, si oscura tutto il suo mondo... non rischiate di farvi oscurare anche il vostro.

9.Quello che si stupisce: "ma te hai sempre voglia!!" e quel sempre voglia non si riferisce a un inappagabile desiderio sessuale/selvaggio che vi logora e vi usura come neanche la peggiore ninfomane, ma si tratta di semplice puro desiderio. Un uomo e una donna che si piacciono, che sono distesi e che (si) desidera(no) è una situazione del tutto normale per chiedere velatamente un po' di sano sesso. E invece no, lui si stupisce della vostra incomprensibile richiesta e vi risponderà "dai.. non ho voglia". L'evoluzione del malditesta tutta al maschile.

10.L'uomo che non vuole soffrire: "la mia ex mi ha spezzato il cuore (tipo 10 anni fa) e da allora non sono più lo stesso" Il pauroso è un mix tra l'indeciso e il nichilista che, reduce di una guerra mondiale per sopravvivere a un cuore spezzato (e scusa se ci siamo passati tutti e siamo ancora vivi), non trova la forza, o forse le palle o la voglia, di voltare pagina e vedere quanto ancora sia bello il mondo.
L'uomo che non vuole soffrire è un codardo, un pauroso e un indeciso perenne. Non rischierà mai, non punterà sui sentimenti nè sul sorriso. Stare bene non sa neanche cosa significhi considerando da quanto tempo si crogiola nel suo bozzolo di seghe mentali, paturnie e ferite da leccare. 


















Tuesday 3 December 2013

L'altra faccia della medaglia

Madre questa mattina mi scrive.
Ultimamente mi scrive spesso mail in cui si assicura che io sia viva (e sobria), che lavori e che senta la mancanza di casa.
Non sono una mammona nè ho mai sentito pesante l'assenza delle mie abitudini e la distanza delle mie persone fino ad ora ma, chissà, sarà il Natale, sarà il freddo, sarà il fritto che ogni sera il mio coinquilino cucina, un po' adesso la mancanza la sento.Mia mamma ha fatto l'albero di Natale, per la prima volta senza di me. Non ho rotto palline (nè palle), non ho snodato le luci attorcigliandomele addosso e imprecando ogni angelo in paradiso perchè sono una cogliona-ma-come-si-fa. Ha fatto il presepe senza di me, senza le mie urla anticlericali e i miei simposi sull'inutilità del presepe in una famiglia che di cattolico c'ha solo il babbo. Adesso stanno aspettando la prima cagata. Sì, quella del gatto.